giovedì 23 ottobre 2025

Avvelenata teorica

 



Manca un marciare non qualunquista

Manca la voce, la strada, la pista.

Manca raccogliere stracci e protesta.

Manca un solvente che sveli la maschera.

Manca la fionda che colpisca nel segno.

Manca lo sputo, il beffare, il disdegno.

Manca il coraggio di dire ora basta.

Manca redigere lo slogan di tanti

un manifesto, che dica in contanti:

"Siete potenti, ma noi... siamo tanti".

Manca l'aedo della realtà

che scriva il canto e non abbia pietà.


venerdì 17 ottobre 2025

Senza interlocutore

 


Ricordi? Ricordi?
Ma no, tu non puoi,
lo so, i miei i ricordi
non sono anni tuoi.

Trasformo in messaggi
il tempo vissuto,
ti mostro i passaggi
del tempo perduto.

Perduto non sempre
se carne e pensiero
ti narro in ricordi;
m’ascolti davvero?

Vita vissuta - La volontà di afferrare e comprendere

 U. X.

I. Un ragazzo non è soltanto un ragazzo, un adolescente, un giovane, un diciassettenne, un diciottenne, un figlio, uno studente, un allievo, un sognatore, un prepotente. Non è solo un ribelle, che smania e si deprime,  che sfida e ha paura, giudica ma si aspetta pazienza e rispetto, provoca e se ne infischia delle conseguenze.

Un ragazzo è un rapinatore di sentimenti che detesta la solitudine, ma impone la sua intransigenza anche a chi lo ama; e non patteggia per convenienza o per comodo, ma neanche per temperanza. Un ragazzo ha il formidabile problema vitale di cercare se stesso, ed anche per questo considera un torto le domande,  le prediche, le sentenze.

E' già tanto insopportabile il conflitto violento che porta dentro di sé che ne uscirebbe per non sentirlo più urlare. E se ne avesse la forza prenderebbe in mano il suo cuore per rallentarne il ritmo e trovare l'intervallo necessario alle storie di tenerezza e al calore, ed afferrerebbe il suo respiro per ricacciarselo dentro e modularlo sul tempo della vita e dell'amore. Ma nemmeno le sue storie e la vita sono soltanto vita e storie per lui.

II. Solo una voglia ed un tempo per afferrare e capire più in là; sfide accettate come ossessioni, ansie di chi cerca esperienze e si mette alla prova. Per sé, per i suoi amici.

Visi e occhi scuri, nervi e sangue nel passo veloce, radunarsi e cercarsi, fare gruppo ed andare: le mani in tasca, la testa insaccata nelle spalle, la complicità taciuta o sottintesa.

Ragazzi con aspetto da uomini, ragazzi che gli adulti non giustificano e guardano con sospetto e diffidenza, e che per loro ghignano parole di offensive e rapaci lusinghe. Ragazzi che non cedono all'inganno e non mentono, chiusi e nascosti nel loro corpo già grande.

Corpi insofferenti, tagliati, graffiati, feriti, frugati.  Da temere.

III. Quella notte sopra di lui, bianco non fu un viso che interroga, né l'impallidire delle nuvole sbrindellate dal vento. Fu bianco il bagliore, orribile agli occhi, e lo smarrimento nel letto di ferro che sprofondava; i camici e le flebo, le lenzuola estranee e l'acciaio, le plastiche e un'insegna con sopra una croce; lui negava e taceva, ma sentiva agitarsi dentro il veleno  raccolto per ore. Riconosceva ed udiva il rombo cupo, il tremito e l'estraniante delirio quando, rigido e stordito, ha avuto ancora un guizzo di rabbia, di rifiuto e di sfida contro il gorgo della soglia finale.

Lo hanno strappato e riafferrato le braccia e la lunga paura stretta da Nick, gli amici abituati allo sgomento seduti in fila, fuori nel neon perchè accanto a lui solo il bene era rimasto.

E per lui poi l'orgoglio di chilometri nell'alba percorsi serrando i denti sulla nausea, ma con passo sempre più fermo per il pensiero inquieto. Che la madre il suo sonno continui, e non sappia. Che un riscatto cominci da subito e non gli sia negato.

IV. Ma un ragazzo, grande come un uomo, è ancora un ragazzo, è incosciente violenza, è ancora paura. Al contrario dei suoi giudici astiosi che sono diffidenza incapace di amare, ottusa volontà di sopraffare e sottomettere: meschine necessità dell'ossequio comunque.

Nemica è l'aura silente di chi parla da solo e per sé.

E nemica è la cortina grigia di cocci taglienti e di frasi smozzicate non concluse, di allusioni oltraggiose, di mezzi pensieri sussurrati ammiccando.

V. E quanti ancora saranno i giorni da attendere e ancora quante le scale da scendere senza ritorno, quante le fughe incoscienti dietro ad angoli e gli spezzoni di tenebre, e quante le notti in cui ancora sospeso tra due quarti di luna e due di nuvole stracciate lui starà sospeso su in alto sul filo più instabile?

 Serena 03- 05 di tanto tempo fa

 

VI. Chiamo, lo chiamo, perché mi senta, perché scenda per trovare anche qui il suo passo, ma prego, sì prego che continui il suo volo per afferrare e comprendere. Purché non prenda scorciatoie, purché finalmente resista e risponda da grande alla voce della ragione: lucido e freddo.
E con l'incendio solo nel cuore.


 

 


 

 

martedì 14 ottobre 2025

Giocavamo a Achei e Troiani

 Noi che giocavamo a "Achei e Troiani"

I classici non si studiano più, o se ne fa una favoletta semplificata come accade per l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide.
Eppure come sfuggire all'evidenza delle correlazioni tra l'oggi e il mito che trasforma la storia in narrazione?
Penso alla corrispondenza tra i Canti che narrano estenuanti assedi e stragi senza pietà, duelli e scempi di corpi, seduzioni e incantamenti che fanno perdere la rotta, astuzie volte al male, filtri e incantamenti che stravolgono la ragione e il giudizio.
Come non ammettere che sembra quasi che tutto, ma proprio tutto sia stato già detto, scritto e cristallizzato dalla Poesia e dall'Arte e che oggi invece si cancellano spudoratamente memorie, si anestetizzano sentimenti, si deviano la ragione e il senso critico verso fruizioni banali ma violentemente suggestive?
Già in Prima Media si studiavano a memoria i canti di Omero, e ricordo che giocavo, in una ingenua e forse patetica formazione di ragazzini divisi bande a "Achei e Troiani", con scudi di cartone e spade di pezzi di legno. 


Ho ancora davanti a me lo scudo di cartone del mio "capo", si chiamava Sergio, quello che impersonava Achille ...
Ma soprattutto ho ancora nella mente il pianto di Ecuba e l'abbraccio di Andromeda, l'umiliazione di Priamo, il trionfo crudele di Achille.
Confesso di aver imparato molti sentimenti anche giocando a Achei e Troiani.
Erano bei pomeriggi per strada, con il viso rosso per la tramontana che scendeva dai monti Cimini, mentre l'Italia ricostruiva le sue case.

Già. Quelli erano giorni da vivere come dissetandosi a una fonte purissima.

domenica 11 maggio 2025

La mia scuola, i miei ragazzi vent'anni dopo.


Incollo qui di seguito  un post che scrissi il 19 gennaio 2028 su fB
Al post seguono commenti di molti miei ex studenti che ringrazio perché sono loro ad aver dato a me molto più di quello che dicono di aver ricevuto dal mio insegnamento, dalla mia scuola.



Così mi disegnava un mio studente :-)


I docenti insegnano, valutano, giudicano; e quante volte, mentre ero in servizio, ho sentito affermare che una nostra allieva non avrebbe potuto aspirare ad altro che a fare la "sciampista" (come se fosse così facile) o che uno studente fosse destinato a esser scaricatore ai Mercati Generali (come se tutti potessero farlo).

Oppure i professori dicevano: si fa le canne e probabilmente tira cocaina, è gente persa. 

Lo giuro: è vero. Quanto mi dispiaceva! 

Ma non avevo elementi da opporre se non la mia fiducia, tutta personale.

Invece oggi gli argomenti ci sono.

Non sono diventati gente persa.

E adesso sono contenta perché io so con certezza che quei docenti colleghi sbagliavano (e forse molti oggi sbagliano tuttora). Non faccio i nomi, non meritano nemmeno questo.

Io invece so cosa sono diventati quei ragazzi e quelle ragazze perché mi ricordo i loro nomi (e voi no) io li conosco e li leggo, sono tra noi, qui nei social.

Peggio per voi valutatori che sbagliate.

Loro, i giovani, sono ancora giovani e sono pieni di vita e di lavoro, di amore e hanno figlie e figli. Vivono.

Che vergogna dovreste provare.

Ciao presuntuosi, ammuffite pure nelle vostre sentenziose certezze.

Non potete più dare voti.

Ma io per fortuna non ero tra voi.

(Metto una foto che mi hanno mandato tempo fa alcuni dei miei ragazzi. Nessuno è riconoscibile, ma io li conosco e ricordo con affetto anche chi purtroppo non è più)

Massimiliano Marini

La nostra grande Prof sempre fuori dal coro e sempre con il cuore verso noi alunni ❣️

6 sett

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Maria Paola Morvillo

Grande Proffy!!!!❤️❤️❤️❤️

6 sett

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Angela Iacono

Prof,quanto è vero!Ed è proprio per questo che lei, la prof Guazzugli ed anche il prof Crimaldi avrete sempre un posto speciale nel mio cuore ❤️ 🫶

6 sett

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Modificato

Antonio Saccoccio

GIF

6 sett

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Saverio Fanigliulo

È vero, ci sono insegnanti che si comportano esattamente cosi.

6 sett

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Andrea Ugolini

❤️ prof

6 sett

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Danila Caprera

Confermo Mariaserena Peterlin ...lo sento io che insegno alla primaria...giudizi pesantissimi su bambini e famiglie

6 sett

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Stefano Frattini

Non ho parole per descrivere ciò che ho letto. Come ieri tra i banchi di scuola anche oggi meriti tutto il mio rispetto,come professoressa ma soprattutto come donna. Non ti sei fermata alle apparenze ma sei andata sempre oltre,per quel che mi riguarda … Altro...

6 sett

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Alessio Scimè

Prof.ssa Mariaserena un livello superiore. Ieri oggi e sempre sarà la nostra Prof.

Insostituibile ❤️

6 sett

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Alessio Antonelli

Mariaserena Peterlin mandiamo avanti le persone, invece del "programma". Prof, personalmente, ci sei riuscita! un abbraccio forte.❤️

6 sett

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Mariaserena Peterlin

Alessio Antonelli ti ricordi che una mattina mi hai detto: "prof ma lei ci pensa che ci ricorderemo di lei a vita?"

Non dimenticherò mai quella frase, mi avevi sorpreso e emozionato.

6 sett

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Barbara Martini

Alessio Antonelli a me dicevano che nn potevo fare nulla! Sono associata di economia applicata mi occupo di genere e vado in ti e sui giornali spesso! Allora? Eppure il Ruiz mi diede fiducia

6 sett

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Mariaserena Peterlin

Barbara Martini meritavi il tuo successo e il tuo esame di italiano alla maturità fu molto apprezzato!

6 sett

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Simone Viti

❤️

6 sett

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Rossana Marina

Empatia parola sconosciuta ai più dei nostri docenti!? Forse all'inizio della loro carriera erano pieni di entusiasmo ma poi delusi sì sono fermati accomondandosi a livello di sopravvivenza !

6 sett

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Manuela Beltrame

6 sett

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Gabriele del Prete

❤️ Prof.

6 sett

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Giusy Giammetti

♥️

6 sett

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Maria Laura Corami

Prof non ci crederà ma alla veneranda età di 54 anni .mi sono iscritta a Filosofia Scienze e tecniche Psicologiche con mia figlia ❤️

6 sett

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Maria Luisa Caputo

Purtroppo, sciampista e scaricatore, nonché ammasso di carne… Sono attributi che mi risuonano come campana e morto nelle orecchie. Un ragazzo si può mettere quattro, anche tre ma dandogli sempre fiducia dicendo che possono diventare sempre 6, 7, 8… Per… Altro...

6 sett

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Luca Hang Bertelli

❤️

6 sett

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Monica Caso

❤️

6 sett

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Massimo Stangherlin

Cara Serena, nonostante il peso gravoso dei libri di letteratura (chi può dirlo meglio di me 😉), resti sempre nei nostri cuori ... e anche nella testa 😁. Sei mitica 💪💪💪

6 sett

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Mariaserena Peterlin

Eravamo così giovani, caro Massimo, cosa non si fa per avvicinare gli studenti alla poesia! 😃

6 sett

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Maria Luisa Pelucchi-Ni

Io non ho mai avuto colleghi così per mia fortuna!

6 sett

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Maria Antonietta Luciani

Mariaserena Peterlin posso condividere questo poster?.Proprio stasera in un negozio parlando per un attimo di educazione , due signore, perché in quel momento erano sono loro 2, mi hanno attaccato dicendomi che la colpa è tutta dei genitori se i profe… Altro...

6 sett

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Simone Di Filippo

Me la ricordo bene una così! Quante me ne ha dette..

6 sett

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Daniele Jessica

sempre fantastica...sempre nei nostri cuori.❤️

6 sett

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Michela Pieroni

cara prof...le assicuro che tra tutti i suoi insegnamenti..ci ha tramandato anche questo modo di approcciare alla vita! un onore averla avuta come prof! grazie❤️

6 sett

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Eva Pellegrini

Ancora parlo di Lei....proprio pochi giorni fa ai miei figli ormai quasi adolescenti ho detto "spero possiate trovare una professoressa come la mia PROFI"

Ho dei ricordi meravigliosi, resterà sempre nel mio ❤️… Altro...

5 sett

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Mariaserena Peterlin

Eva Pellegrini grazie cara, troppo troppo per me.♥️

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mercoledì 16 aprile 2025

Mamma


mamma ed io



Amarti era facile
nei tuoi forti anni,
allora il tuo amore
dissetava
e mai bastava;
allora il tuo tempo veloce
bella ti rendeva
e sfuggente.
Cercarti era facile
allora
quando la giovinezza
incoronava i capelli lucidi,
la mano ferma e
l’ardente voce.
Allora il tuo profumo
era buono come il sole,
leggero come la luna,
duro come il sale,
inebriante come la dolcezza
gustata a fondo.
Allora ci legava una catena ombelicale
tenace
mai separata, mai recisa.
Era facile amarti allora.

Poi quella catena
fu verità che opprime,
e più difficile fu amarti
ma più difficile
smettere.

Oggi io ti ritrovo
solo parvenza,
immagine perduta
di sogno e desiderio
eppure viva e presente
quasi braccia vicine
quasi vicina voce
e più di sempre
oggi figlia mi sento.

Eppure quanto è triste
il  non averti più,
e l’averti perduta.
Inutili le lacrime
lavano quei ricordi
e solo con il cuore
io posso dirti
mamma.

venerdì 14 marzo 2025

Disobbedienza

Graffito da monitor


Murales

Nella mia mente come un soffio io sento
un soffio dilatato come il vento
che passa e ronza, picchia ai vetri ed apre
fessure arcane: spiragli a tramontane.

Vanno, sbuffando coi pensieri, i sensi
intorpiditi da un presente opaco,
vanno saltando il grigio, il nero e il nulla:
ostacoli pesanti per chi pesa

inutili barriere per chi vola.
Così quel soffio attira i miei pensieri
e vi cancella il grigio e il nulla opaco.

Lo stesso modo accade coi misteri
di questo inaccettabile presente.
Disobbediente, ma felice io vado.

giovedì 6 marzo 2025

No alle reazioni compulsive emotive

Nonostante il tempo che passa non mi aiuti in nessun modo, inizio a pensare che oggi sia necessaria la, più di sempre, una riflessione che vorrei definire generativo-filosofica (in direzione pedagogica).
A mio personale ma (consapevolmente) modesto avviso ogni riflessione estemporanea e connessa con i fatti, con la contemporaneità finisce per inseguire un'insegna, un segnale che non ha significato e quindi fallisce.
Se reagiamo allo stimolo compulsivo, emozionale che la cronaca, e mi riferisco alla quotidianità anche scolastica, suscita ora per ora, giorno dopo giorno, perdiamo il pensiero stesso e rispondiamo su particolari conativi ed emotivi perdendo di vista il senso profondo di qualsiasi azione formativa/educativa che, oggi, che invece è essenziale.

lunedì 3 marzo 2025

 


Di politica non so

 (sonetto caudato)

 




Politico sonetto se non cedi

(la tentazione ch'è assai grande assale)

potresti ritornare in bene il male,

potresti reinventarti ciò che vedi.

 

Politico sonetto piano incedi:

sgomento ascolti un coro artificiale

pretender di divider bene e male,

e sentenziare su presunte fedi.

 

Politica, tu dici, è quell'idea

che sappia innamorare solamente,

e nella luce lasci quella scia

 

che trascinando illumini la via,

che si trasmette solo con la mente

ma che rafforza il cuore a chi si allea.

 

La libertà che ami

vola sublime sul concetto vile

ama l'utilità del ben, non dell'ovile.

(di Maria Serena Peterlin)

venerdì 20 dicembre 2024

Vigilia di Natale


Lunga notte sembrava alla bambina che aspettava un Natale di regali. Pure il sonno arrivava e nel silenzio né il passo né il lieve rumorio dei doni sotto l'albero in attesa sentiva, né il profumo delle scorze
d'arancio e mandarino scartocciati.

giovedì 4 luglio 2024

Ricordo di latte

 

La mia lattaia si chiamava Jolanda.
Era una donna di quelle col fazzoletto legato con le cocche dietro la testa e calato sulla fronte; tutte le mattine presto ci portava il latte a casa con un apposito bigonciolo di alluminio ben chiuso dal suo tappo che pendeva appeso a una catenella.


Jolanda mi sorrideva, le guance rosse, le mani da lavoratrice: infilava un mestolo nel contenitore e versava il latte direttamente nel nostro bollitore di alluminio. Mi ricordo il profumo di quel latte appena munto, freschissimo, e ancora crudo.
Sono sempre stata una che aspira i profumi, li cerca. Quel profumo non finirà mai di rallegrarmi mentre mi rattrista tanto che abbiano trasformato il latte in un alimento troppo spesso quasi velenoso. Proprio il latte. Proprio lui.

Oggi il latte non è arriva più dalle nostre mucche, splendide creature generose, ma di qualche ricca multinazionale che lo tratta e forse inquina e che ci intossica, non fa più bene i bimbi.