Manca il coraggio di dire ora basta.
Manca redigere lo slogan di tanti
un manifesto, che dica in contanti:
"Siete potenti, ma noi... siamo tanti".
Manca l'aedo della realtà
che scriva il canto e non abbia pietà.
di Maria Serena Peterlin
Manca il coraggio di dire ora basta.
Manca redigere lo slogan di tanti
un manifesto, che dica in contanti:
"Siete potenti, ma noi... siamo tanti".
Manca l'aedo della realtà
che scriva il canto e non abbia pietà.
U. X.
I. Un ragazzo non è soltanto un ragazzo, un adolescente, un giovane, un diciassettenne, un diciottenne,
un figlio, uno studente, un allievo, un sognatore, un prepotente. Non è solo un
ribelle, che smania e si deprime, che sfida
e ha paura, giudica ma si aspetta pazienza e rispetto, provoca e se ne infischia
delle conseguenze.
Un ragazzo è un rapinatore di
sentimenti che detesta la solitudine, ma impone la sua intransigenza anche a
chi lo ama; e non patteggia per convenienza o per comodo, ma neanche per
temperanza. Un ragazzo ha il formidabile problema vitale di cercare se stesso,
ed anche per questo considera un torto le domande, le prediche, le sentenze.
E' già tanto insopportabile il
conflitto violento che porta dentro di sé che ne uscirebbe per non sentirlo più
urlare. E se ne avesse la forza prenderebbe in mano il suo cuore per rallentarne
il ritmo e trovare l'intervallo necessario alle storie di tenerezza e al calore,
ed afferrerebbe il suo respiro per ricacciarselo dentro e modularlo sul tempo della
vita e dell'amore. Ma nemmeno le sue storie e la vita sono soltanto vita e
storie per lui.
II. Solo una voglia ed un tempo per afferrare e capire più in là; sfide accettate come ossessioni,
ansie di chi cerca esperienze e si mette alla prova. Per sé, per i suoi amici.
Visi e occhi scuri, nervi e sangue
nel passo veloce, radunarsi e cercarsi, fare gruppo ed andare: le mani in
tasca, la testa insaccata nelle spalle, la complicità taciuta o sottintesa.
Ragazzi con aspetto da uomini, ragazzi
che gli adulti non giustificano e guardano con sospetto e diffidenza, e che per
loro ghignano parole di offensive e rapaci lusinghe. Ragazzi che non cedono
all'inganno e non mentono, chiusi e nascosti nel loro corpo già grande.
Corpi insofferenti, tagliati,
graffiati, feriti, frugati. Da temere.
III. Quella notte sopra di lui, bianco non fu un viso che interroga, né l'impallidire delle
nuvole sbrindellate dal vento. Fu bianco il bagliore, orribile agli occhi, e lo
smarrimento nel letto di ferro che sprofondava; i camici e le flebo, le
lenzuola estranee e l'acciaio, le plastiche e un'insegna con sopra una croce; lui
negava e taceva, ma sentiva agitarsi dentro il veleno raccolto per ore. Riconosceva ed udiva il
rombo cupo, il tremito e l'estraniante delirio quando, rigido e stordito, ha
avuto ancora un guizzo di rabbia, di rifiuto e di sfida contro il gorgo della
soglia finale.
Lo hanno strappato e riafferrato le
braccia e la lunga paura stretta da Nick, gli amici abituati allo sgomento seduti
in fila, fuori nel neon perchè accanto a lui solo il bene era rimasto.
E per lui poi l'orgoglio di
chilometri nell'alba percorsi serrando i denti sulla nausea, ma con passo
sempre più fermo per il pensiero inquieto. Che la madre il suo sonno continui,
e non sappia. Che un riscatto cominci da subito e non gli sia negato.
IV. Ma un ragazzo, grande come un uomo, è ancora un ragazzo, è incosciente violenza, è
ancora paura. Al contrario dei suoi giudici astiosi che sono diffidenza
incapace di amare, ottusa volontà di sopraffare e sottomettere: meschine necessità
dell'ossequio comunque.
Nemica è l'aura silente di chi parla
da solo e per sé.
E nemica è la cortina grigia di cocci
taglienti e di frasi smozzicate non concluse, di allusioni oltraggiose, di
mezzi pensieri sussurrati ammiccando.
V. E quanti ancora saranno i giorni da attendere e ancora quante le scale da scendere
senza ritorno, quante le fughe incoscienti dietro ad angoli e gli spezzoni di
tenebre, e quante le notti in cui ancora sospeso tra due quarti di luna e due
di nuvole stracciate lui starà sospeso su in alto sul filo più instabile?
Serena 03- 05 di tanto tempo fa
VI. Chiamo, lo chiamo, perché mi senta, perché scenda per trovare anche qui il suo passo, ma prego, sì prego che continui il
suo volo per afferrare e comprendere. Purché non prenda scorciatoie, purché
finalmente resista e risponda da grande alla voce della ragione: lucido e
freddo.
E con l'incendio solo nel cuore.
Noi che giocavamo a "Achei e Troiani"
I classici non si studiano
più, o se ne fa una favoletta semplificata come accade per l'Iliade, l'Odissea,
l'Eneide.
Eppure come sfuggire all'evidenza delle correlazioni tra l'oggi e il mito che
trasforma la storia in narrazione?
Penso alla corrispondenza tra i Canti che narrano estenuanti assedi e stragi
senza pietà, duelli e scempi di corpi, seduzioni e incantamenti che fanno
perdere la rotta, astuzie volte al male, filtri e incantamenti che stravolgono
la ragione e il giudizio.
Come non ammettere che sembra quasi che tutto, ma proprio tutto sia stato già
detto, scritto e cristallizzato dalla Poesia e dall'Arte e che oggi invece si
cancellano spudoratamente memorie, si anestetizzano sentimenti, si deviano la
ragione e il senso critico verso fruizioni banali ma violentemente suggestive?
Già in Prima Media si studiavano a memoria i canti di Omero, e ricordo che
giocavo, in una ingenua e forse patetica formazione di ragazzini divisi bande a
"Achei e Troiani", con scudi di cartone e spade di pezzi di legno.
Già. Quelli erano giorni da
vivere come dissetandosi a una fonte purissima.
Incollo qui di seguito un post che scrissi il 19 gennaio 2028 su fB
Al post seguono commenti di molti miei ex studenti che ringrazio perché sono loro ad aver dato a me molto più di quello che dicono di aver ricevuto dal mio insegnamento, dalla mia scuola.
![]() |
| Così mi disegnava un mio studente :-) |
I docenti insegnano, valutano, giudicano; e quante volte, mentre ero in servizio, ho sentito affermare che una nostra allieva non avrebbe potuto aspirare ad altro che a fare la "sciampista" (come se fosse così facile) o che uno studente fosse destinato a esser scaricatore ai Mercati Generali (come se tutti potessero farlo).
Oppure i professori dicevano: si fa le canne e probabilmente tira cocaina, è gente persa.
Lo giuro: è vero. Quanto mi dispiaceva!
Ma non avevo elementi da opporre se non la mia fiducia, tutta personale.
Invece oggi gli argomenti ci sono.
Non sono diventati gente persa.
E adesso sono contenta perché io so con certezza che quei docenti colleghi sbagliavano (e forse molti oggi sbagliano tuttora). Non faccio i nomi, non meritano nemmeno questo.
Io invece so cosa sono diventati quei ragazzi e quelle ragazze perché mi ricordo i loro nomi (e voi no) io li conosco e li leggo, sono tra noi, qui nei social.
Peggio per voi valutatori che sbagliate.
Loro, i giovani, sono ancora giovani e sono pieni di vita e di lavoro, di amore e hanno figlie e figli. Vivono.
Che vergogna dovreste provare.
Ciao presuntuosi, ammuffite pure nelle vostre sentenziose certezze.
Non potete più dare voti.
Ma io per fortuna non ero tra voi.
(Metto una foto che mi hanno mandato tempo fa alcuni dei miei ragazzi. Nessuno è riconoscibile, ma io li conosco e ricordo con affetto anche chi purtroppo non è più)
Massimiliano Marini
La nostra grande Prof sempre fuori dal coro e sempre con il cuore verso noi alunni ❣️
6 sett
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Maria Paola Morvillo
Grande Proffy!!!!❤️❤️❤️❤️
6 sett
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Angela Iacono
Prof,quanto è vero!Ed è proprio per questo che lei, la prof Guazzugli ed anche il prof Crimaldi avrete sempre un posto speciale nel mio cuore ❤️ 🫶
6 sett
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Modificato
Antonio Saccoccio
GIF
6 sett
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Saverio Fanigliulo
È vero, ci sono insegnanti che si comportano esattamente cosi.
6 sett
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Andrea Ugolini
❤️ prof
6 sett
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Danila Caprera
Confermo Mariaserena Peterlin ...lo sento io che insegno alla primaria...giudizi pesantissimi su bambini e famiglie
6 sett
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Stefano Frattini
Non ho parole per descrivere ciò che ho letto. Come ieri tra i banchi di scuola anche oggi meriti tutto il mio rispetto,come professoressa ma soprattutto come donna. Non ti sei fermata alle apparenze ma sei andata sempre oltre,per quel che mi riguarda … Altro...
6 sett
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Alessio Scimè
Prof.ssa Mariaserena un livello superiore. Ieri oggi e sempre sarà la nostra Prof.
Insostituibile ❤️
6 sett
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Alessio Antonelli
Mariaserena Peterlin mandiamo avanti le persone, invece del "programma". Prof, personalmente, ci sei riuscita! un abbraccio forte.❤️
6 sett
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Mariaserena Peterlin
Alessio Antonelli ti ricordi che una mattina mi hai detto: "prof ma lei ci pensa che ci ricorderemo di lei a vita?"
Non dimenticherò mai quella frase, mi avevi sorpreso e emozionato.
6 sett
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Barbara Martini
Alessio Antonelli a me dicevano che nn potevo fare nulla! Sono associata di economia applicata mi occupo di genere e vado in ti e sui giornali spesso! Allora? Eppure il Ruiz mi diede fiducia
6 sett
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Mariaserena Peterlin
Barbara Martini meritavi il tuo successo e il tuo esame di italiano alla maturità fu molto apprezzato!
6 sett
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Simone Viti
❤️
6 sett
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Rossana Marina
Empatia parola sconosciuta ai più dei nostri docenti!? Forse all'inizio della loro carriera erano pieni di entusiasmo ma poi delusi sì sono fermati accomondandosi a livello di sopravvivenza !
6 sett
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Manuela Beltrame
6 sett
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Gabriele del Prete
❤️ Prof.
6 sett
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Giusy Giammetti
♥️
6 sett
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Maria Laura Corami
Prof non ci crederà ma alla veneranda età di 54 anni .mi sono iscritta a Filosofia Scienze e tecniche Psicologiche con mia figlia ❤️
6 sett
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Maria Luisa Caputo
Purtroppo, sciampista e scaricatore, nonché ammasso di carne… Sono attributi che mi risuonano come campana e morto nelle orecchie. Un ragazzo si può mettere quattro, anche tre ma dandogli sempre fiducia dicendo che possono diventare sempre 6, 7, 8… Per… Altro...
6 sett
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Luca Hang Bertelli
❤️
6 sett
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Monica Caso
❤️
6 sett
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Massimo Stangherlin
Cara Serena, nonostante il peso gravoso dei libri di letteratura (chi può dirlo meglio di me 😉), resti sempre nei nostri cuori ... e anche nella testa 😁. Sei mitica 💪💪💪
6 sett
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Mariaserena Peterlin
Eravamo così giovani, caro Massimo, cosa non si fa per avvicinare gli studenti alla poesia! 😃
6 sett
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Maria Luisa Pelucchi-Ni
Io non ho mai avuto colleghi così per mia fortuna!
6 sett
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Maria Antonietta Luciani
Mariaserena Peterlin posso condividere questo poster?.Proprio stasera in un negozio parlando per un attimo di educazione , due signore, perché in quel momento erano sono loro 2, mi hanno attaccato dicendomi che la colpa è tutta dei genitori se i profe… Altro...
6 sett
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Simone Di Filippo
Me la ricordo bene una così! Quante me ne ha dette..
6 sett
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Daniele Jessica
sempre fantastica...sempre nei nostri cuori.❤️
6 sett
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Michela Pieroni
cara prof...le assicuro che tra tutti i suoi insegnamenti..ci ha tramandato anche questo modo di approcciare alla vita! un onore averla avuta come prof! grazie❤️
6 sett
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Eva Pellegrini
Ancora parlo di Lei....proprio pochi giorni fa ai miei figli ormai quasi adolescenti ho detto "spero possiate trovare una professoressa come la mia PROFI"
Ho dei ricordi meravigliosi, resterà sempre nel mio ❤️… Altro...
5 sett
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Mariaserena Peterlin
Eva Pellegrini grazie cara, troppo troppo per me.♥️
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Di
politica non so
(sonetto caudato)
Politico sonetto se non cedi
(la tentazione ch'è assai grande assale)
potresti ritornare in bene il male,
potresti reinventarti ciò che vedi.
Politico sonetto piano incedi:
sgomento ascolti un coro artificiale
pretender di divider bene e male,
e sentenziare su presunte fedi.
Politica, tu dici, è quell'idea
che sappia innamorare solamente,
e nella luce lasci quella scia
che trascinando illumini la via,
che si trasmette solo con la mente
ma che rafforza il cuore a chi si allea.
La libertà che ami
vola sublime sul concetto vile
ama l'utilità del ben, non dell'ovile.
(di Maria Serena Peterlin)
La mia lattaia si
chiamava Jolanda.
Era una donna di quelle col fazzoletto legato con le cocche dietro la testa e
calato sulla fronte; tutte le mattine presto ci portava il latte a casa con un
apposito bigonciolo di alluminio ben chiuso dal suo tappo che pendeva appeso a
una catenella.
Jolanda mi sorrideva,
le guance rosse, le mani da lavoratrice: infilava un mestolo nel contenitore e
versava il latte direttamente nel nostro bollitore di alluminio. Mi ricordo il
profumo di quel latte appena munto, freschissimo, e ancora crudo.
Sono sempre stata una che aspira i profumi, li cerca. Quel profumo non finirà
mai di rallegrarmi mentre mi rattrista tanto che abbiano trasformato il latte
in un alimento troppo spesso quasi velenoso. Proprio il latte. Proprio lui.
Oggi il latte non è arriva più dalle nostre mucche, splendide creature generose, ma di qualche ricca multinazionale che lo tratta e forse inquina e che ci intossica, non fa più bene i bimbi.