venerdì 11 ottobre 2019

2003: Un Natale in arrivo



Un Natale di Profi

Di solito il Natale coglieva Profi di sorpresa perché fino alla mattina del 23 dicembre era ancora immersa nei suoi pensieri scolastici: i compiti da correggere, le lezioni da preparare, gli argomenti e le strategie con cui convincere i suoi ragazzi a venire alle interrogazioni (... non le piacevano costellare il suo registro con le "i" di  impreparato).
Era per questo che, pur accorgendosi che le strade e i negozi si addobbavano con tutti i segni dello scintillante incombere del Natale, lei continuava a pensare che ci fosse ancora tempo.

A Profi, che di solito si mescolava volentieri alle persone a al traffico, l'atmosfera prenatalizia che contagiava uomini e cose sembrava troppo frenetica e poco sincera per cui cercava di ignorarla, si convinceva di poter aspettare ancora  a partecipare alla baldoria dei panettoni e arrivava perfino ad evitare i supermercati troppo sfacciatamente festivi per riscoprire i superstiti piccoli negozi di quartiere o, alla peggio, le scorte accantonate nel suo congelatore.
Quel giorno di dicembre però, alzatasi presto come al solito, aprì la finestra e sentendo sul viso un'aria molto più fredda dei giorni precedenti alzò gli occhi verso l'alba striata di grigio e rosa; osservò i primi raggi che cercavano di trafiggere inutilmente gli spessi nuvoli e riuscivano solo a disegnarne i contorni e vide l'ultima stella che pulsava, metallica e lontanissima mentre accennava a spegnersi: - sembra un cielo da Presepio...-  pensò imprudentemente, e non ebbe più scampo.
Subito capì l'errore e cominciò a rimproverarsi da sola: cosa ti viene in mente! ma che Presepio! Questa è una di quelle mattine in cui si avrebbe diritto di ricacciarsi subito a letto e bersi piano piano il caffè, poi riavvolgersi nella posizione più comoda a leggere fino a tardi invece di buttarsi fuori, salire in macchina, guidare
fino a scuola, e varcare la porta della classe sullo squillo della campanella mentre gli studenti si sono già imboscati al bar o trascinano i piedi lungo i corridoio o addirittura cominciano ad arrivare con venti minuti di ritardo maledicendo la loro sorte mentre tu tenti di sottometterli intrecciando discorsi alati sul sonetto petrarchesco!

Sui tetti e le terrazze c'erano anche i gabbiani che, sfuggiti dal litorale in tempesta si erano rifugiati sui palazzi di Roma: ciascuno di loro si era istallato su una delle fitte antenne lanciavano lunghe grida irrequiete e irreali.
I pioppi e le robinie, lungo la strada, mostravano un aspetto insolito perché, lungamente bagnati dalla piogge che avevano imperversato ininterrottamente da settembre in poi, avevano sui rami ancora quasi tutte le foglie che ora  erano diventate di insolito colore marrone e, mezze fradice e pesanti, pendevano senza riuscire a staccarsi
Profi continuava a guardava dall'alto della sua finestra e vedeva nel cortile della scuola elementare di fronte ciliegi da fiore con le foglie smaglianti e dorate nonostante i grigiore dell'alba senza sole e i tigli dai rami venati e rugosi; poi più in là quattro pini mediterranei che sembravamo piumini per la polvere, ma non riuscivano a toglierla dal cielo dove passava un lunghissimo nastro nero che si intrecciava allargandosi, si gonfiava e si rimpiccioliva di nuovo in lunghe linee, erano gli storni che arrivavano puntuali in città.
Ma era comunque tempo di Natale, albero e presepio. Non c’era scampo.

mercoledì 6 febbraio 2019

Sintomi e segnali



Un merlo già fischia

su rami ancora stenti,


ma sboccia la mimosa

ed Inverno si scuote

raccogliendo zimarre.

Cerca casa quel merlo 

segno che Primavera


già sbadiglia un sorriso:

sintomatico risveglio.


(ma tutto questo chi lo sa)