sabato 18 dicembre 2021

A MANO


Con una penna docile io scrivo

e scrivo senza ticchettio di tasti

con una penna verde e nera, e basta

a dire d’ogni solco che respiro.

 

(Mare che ti sospinge e ti raggiunge

sono onde dondolanti blu su bianco

onde che t’allontanano dal canto

mare che non raggiungi e ti respinge.)

 

Come pioveva allora, e come piove

su questa lunga pagina l’inchiostro.

Macchie sbavate in lunghe fila nuove

di parole in ricerca, e il senso è vostro.

Mariaserena


Lo specchio e

 Lo specchio. Oramai siamo ai ferri corti. Lo guardo male, e mi risponde scrutandomi accigliato. Eppure mi succedeva, non so più quanto tempo fa di intrattenere con lui rapidi scambi di sguardi amichevoli o perfino complici.


Mi specchiavo un po’ dovunque, ero così giovane. Ricordo quella volta che lui mi rispose sorridendo, era uno di quelli obliqui e sospesi sul banco frigorifero di un supermercato. Avevo fretta,  naturalmente, e lo vidi per caso cogliendo un’espressione seria ma distesa. - Ciao, non ti ho mai visto così bella - dissi all’immagine che si sorprese andandosene, incredula tuttavia. Era un tempo in cui trovavo il tempo di pettinare i miei capelli lunghissimi e lo specchio era paziente mentre, con le mollette e le forcine  sparse sul piano della toeletta, sceglievo un pettine, poi un altro pettine con la coda, poi fissavo dei pettinini e con un movimento a spirale attorcigliavo la lunga coda nello chignon non trascurando le ondulazioni che alzavo sulla fronte.
Era un tempo lontanissimo e forse è meglio non ricordarlo.
Puntare, da donna, tutte le mie fiches soltanto sulla giocata dei doveri, famiglia e lavoro a scuola, mi ha fatto forse vincere nel passato, ma non mi offre altre mani di gioco per affrontare il presente.
Quella giocata mi sembrò così giusta e appropriata ieri e tanto quanto oggi invece mi sembra modesta, come accade se si ritaglia una figura da un’immagine e se ne scarta lo sfondo ossia la prospettiva.
Vivere essendo utili e, in certi momenti, addirittura indispensabili agli altri, per quanto amatissimi, non serve a creare strumenti utili a se stessi. E nella cassetta dei miei attrezzi non solo non trovo più né uno specchio che mi sorrida né le amate forcine: rovisto nel fondo con poca voglia e poca convinzione.
Da utili si diventa inutili? Spero solo poco inutile.
E continuo a non farmi del bene.


domenica 3 gennaio 2021

sale la strada

 

Ad altro,


tra  passi affrettati,

tra spinte di gomiti

aguzzi

feroci richiami



sospingono.

Non conta il tuo passo

non conta,

il respiro sospeso,

affrettato o sorpreso

da ostacoli e inganni.

 

Il sogno riprenda e

rallenti.

Chimera ti spinge,

ma ancora più spesso rallenti.

 

Da fermo  riprendi

E riafferri quel soffio

che è tuo,

Chimere abbandoni,

insegui il tuo canto

tra i sassi,

il tuo passo,

più duri e leali compagni,

più aspri e più veri.

 

A gomito sale la strada,

di rocce nebbiose

e resine antiche.

Riprendi il tuo passo.

Ed il tempo.