lunedì 31 ottobre 2011

Le battute dell'Ingegnere




Tengo fra le mani la mia tazza di tè della colazione. Una comune tazza bianca a fiori blu, non bella, di arcopal, forse una superstite di quelle in vendita come contenitore della nutella, quando ancora ne compravo per le figlie ragazzine; secoli fa. Le vendevano al supermercato, così come i bicchieri con i palloni di calcio o le auto di formula uno. Mi piace versare il tè e, subito dopo, il di latte che si sparge leziosamente a nuvola.  Incidentalmente penso anche a queste cose mentre bevo senza parlare.
Finito il tè, con ancora la tazza tiepida tra le mani penso... buono e caldo al punto giusto; poi parlo:

- Buono, chissà perchè, invece, se capita di prendere un tè al bar è sempre troppo bollente e senza sapore. -
- Questione di scambio di calore!- Risponde pronto l'Ing. che non perde mai una battuta. -
Già, quando uno conosce la termodinamica, la termotecnica ...

2. Automobile

Io guido tranquilla e di solito vado a velocità moderata: mentre guido penso.
Le cose più singolari mi vengono spesso in mente di mattina, appena sveglia, oppure mentre guido perché per me guidare significa mettere in moto anche i pensieri. Uso l’auto per andare dal punto di arrivo a quello di partenza senza avere problemi. Non mi importa molto di chi passa per primo, non mi interessa scattare al semaforo. Non sono una competitiva, figuriamoci se me la prendo per una precedenza.
Quindi metto in moto, vado e basta.
Ma l’Ing non la pensa così. E, nel caso raro in cui mi cede il volante,
dice comunque la sua.
Alla prima rotatoria in cui mi inserisco comincia a fremere impaziente; me ne accorgo perché, pur tacendo, agita le mani. Cerco di non pensarci e proseguo.
Alla seconda rotatoria vedo venirmi incontro un’auto che sembra proseguire diritta attraversando l’incrocio che anche io sto imboccando, non ha messola freccia ma non mi fido troppo per cui inizio a rallentare. Infatti l'auto svolta planando alla sua sinistra venendo verso di me, sto frenando ma la voce dell’Ing è già partita come un allarme-missile terra-aria:
-      ATTENTAAA!
-      A che cosa!?!? 
Chiedo mentre, praticamente ferma, lascio passare ma allo stesso tempo temo ho il timpano perforato dall'urlo e il presagio che ci sia qualche altra oscura catastrofe in arrivo.
-      A QUELLA! NON VEDI CHE GIRA? HA LA PRECEDENZA!!! E TU?
-   Bah, io avevo visto, rallentato e lasciato passare, ma perché urli?
-      GRR E SE INVECE NON TI ACCORGEVI?
-     ...  catastrofe certa, vero?


3. Salato e dolce

- Il sale fa male! Sentenzia l’Ing
- Ma non lo uso, lo so che ti fa male.
- Non fa male solo a me! Fa male a tutti!
- Vabbè, ma puoi stare tranquillo non ne aggiungo nei cibi
- NON BASTA!
- !?!?!?
- Hai idea di quanto sale ci sia comunque in ciò che mangiamo?
- ma si, ma si, ma se non ne aggiungo… mica posso anche dissalare.
- NON BASTA! Ogni cibo ha una tale quantità di sale che basterebbe per un anno! Basta a far rincoglionire anche te! Hai presente come stanno i rincoglioniti per l’arteriosclerosi?
- ….. lo so lo so… eccome se lo-so.
- Appunto. IL SALE FA MALE.
- E le salsiccie del tuo paese allora?
- Quelle che c’entrano, quelle sono buone.
- Allora faccio una torta?

4. On thr road

Siamo nel traffico sul Lungotevere, altezza Isola Tiberina, e non ce la caveremo in breve.
Il fiume scorre lento sotto ai ponti (dice una canzone), ma le automobili no.
Sono praticamente ferme e si procede a strappi.
Strappi è la parola giusta, visto che il piede dell’Ing non è di quelli leggeri: se stacca la frizione, pigia il freno o preme l’acceleratore lo fa con estrema energia, come se fosse una questione di vita o di  morte, o perlomeno di emergenza.
A volte la sua accorta energia ci ha anche salvato, in autostrada, la vita, altre volte, per esempio in città, le mie vertebre hanno fatto sapere che non erano d’accordo.
Ma cos’è poi una vertebra?
Il crepuscolo accentua su Roma un velo antico di ombre d’ambra misteriosa mentre qualche motorino s’insinua, slalomeggia o si blocca a sua volta spumeggiando fumo acre sul nostro cofano. E questo non piace all’Ing.
Accendo l’autoriadio scegliendo FM 100.30 che, qui a Roma, seleziona il canale 5 della vecchia Filodiffusione. L’altrove da qui.
La musica si sparge identica a se stessa.
Spalmo le vertebre sullo schienale cercando la posizione migliore.
-      È la settima di Beethoven, dico all’Ing, senti che meraviglia.
-      Che sta facendo quello? Mi viene addosso!!
-      Già.
-      No, no, ascolta pure.  
-   Sì, ora che ci penso anche la settima ha un finale movimentato.


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