domenica 23 ottobre 2011

STORIA FRENETICA E FALSA

clik acceso / click spento
Si aggirava esaltato e frenetico nella rete, tra clikkate del mouse e scorrimenti della rotellina. I suoi occhi, appena velati dalle lenti che riflettevano i bagliori tenui dello schermo piatto, guizzavano roteanti nello scrutare le pagine del web 2.0.
 Come sospinto da una smania frenetica stabiliva una connessione fisica col mezzo. Lo saggiava allo stesso modo della rana a caccia d’insetti: solo la sua testa contemporaneamente congiunta al pc e ai numerosi cellulari, vibrava : tutto il suo corpo era teso e immobilmente rannicchiato su se stesso, come una molla pronta a scattare.
Certo non era facile seguire contemporaneamente tre chat, due forum, diversi dialoghi su social forum e la ragazza che, spalmata su uno scomodo divano verde
chiedeva, annoiata la sua attenzione. Ma lui era allenato.
Del resto il più delle volte stava al telefono e rispondeva ai dialoghi su web con roboanti frasi fatte e di pronto effetto: “Grande!”, “Spettacolo!”, “io ho seguito tutto!” , “ahahahah!” oppure con le solite faccine-emoticon.
Rispondeva alle email facendo copia-incolla da modelli preformati e personalizzando, sul momento, qualche dettaglio: il nome, una frase ad effetto. Il resto era tutto standard-schematico. “Hai fatto bene a scrivermi, mi occupo io della cosa, tu non pensarci, non devi stancarti. Ti mando un mio file, leggilo!!!!” (adorava i punti esclamativi).  

Aveva la mano rapidissima,  il cervello e il cuore elettrici e continuamente attivi. Connesso ad altri tramite se stesso alimentava di prospere invenzioni l’emotività altrui. La sua casa era tutto un groviglio di periferiche e cavi. Viveva per essere visto nel reale e nel virtuale
  
Ma il giorno del nubifragio torrenziale restò senza connessione per più di venti  minuti.
E si tolse la vita in un attimo: staccando. La spina.

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