venerdì 24 maggio 2024

Davide e Ciccio (due specie di giovane amore)

 Circa dieci anni fa, in una Roma sempre uguale e sempre diversa.

 

Davide e Ciccio, miei studenti

(due specie di giovane amore)

Davide ha diciotto anni, abita a Roma al Torrino, un quartiere residenziale con ambizione di discreta eleganza tra l'Eur e il Raccordo Anulare. E’ un lungo ragazzo magro che sembra uscito, se fosse possibile, da un incrocio tra un pioppo cipressino e un salice piangente. E’ al quinto anno di Istituto Telematico e affronterà l'esame di stato. Ha sempre studiato con diligenza e ottenuto dai professori un consolidato giudizio positivo grazie al quale vive di rendita amministrando il suo vantaggio, come fanno le squadre di calcio maggiori che, sul due a zero, rallentano il ritmo ed esibiscono danzati virtuosismi arrivando al 90° senza affaticarsi.

Ha gusti non di tendenza e non omologati alla massa dei giovani romani: infatti tifa Ternana e porta al collo la sciarpa verde-rossa della squadra che segue anche in trasferta.

Va da sempre in vacanza a Scauri dove d'estate gira in bicicletta per scoprire bellezze archeologiche e non, ma soprattutto per la gioia di pedalare.

Là è possibile incontrarlo (o anche solo immaginarlo) mentre, solitario e felice, si affatica: le lunghe gambe in moto come infaticabili stantuffi, la figura allungata e curva sul manubrio, i capelli crespi e biondi incollati alla testa. Il suo viso geometrico è illuminato da occhi chiari, apparentemente svagati e percorso dai fremiti percettivi di osservatore ironico e memorizzatore paziente. Ha alcune doti (responsabile, educato, buono, intelligente) ed imperfezioni (cocciuto, parsimonioso, po' esibizionista); oltre alla passione per la bicicletta, nutre tre appassionati, e forse insoliti, amori: gli autobus, i tram e i treni.

Spesso trascorre i pomeriggi viaggiando sulle ferrovie regionali lungo tratte percorribili in poche ore. Sale sul treno e sceglie uno scompartimento vuoto dove si sistema a suo agio e lì studia le lezioni per il giorno dopo o fantastica felice guardando fuori dal finestrino il paesaggio che fugge veloce. Atre volte invece sale su un autobus o sulla metropolitana soltanto per il piacere di viaggiare da un capolinea all'altro. Conosce a memoria non solo i percorsi, le stazioni ferroviarie e i nomi dei treni, ma anche quelli di tutte le linee urbane ed extraurbane dell'Atac di Roma delle quali cita senza incertezze numeri, fermate obbligatorie e a richiesta. E' in grado di predisporre con efficiente esattezza l'itinerario e i nodi di scambio tra metro, tram e autobus su qualsiasi percorso. Se ha voglia di un pezzo di pizza non scende sottocasa, ma attraversa la città con due linee di metro perchè quella della rosticceria della stazione Cornelia è, lui dice, più buona ed economica.

 

Anche Ciccio ha diciotto anni ed abita a Roma ma al Quartaccio, un quartiere popolare molto degradato e spesso in cronaca per fatti di malavita. Ha i capelli rasati, occhi azzurri da bambino su un viso tondo e regolare dall’espressione tra l’ironico e l’impaziente. Frequenta la stessa scuola di Davide ed è ripentente cronico e recidivo.

Anche Ciccio ama gli autobus e la Metro ed ha una sciarpa della squadra del cuore per la quale si esalta e commuove. Quando morì suo nonno volle mettergli accanto la maglia biancoazzurra della Lazio, e solo dopo questo gesto di complice tenerezza l'ha salutato per l'ultima volta.

Ma tanto Davide tende alla regola formale  e all'organizzazione quanto Ciccio è un trasgressivo insofferente alle prescrizioni e viscerale pur se affettuoso ed estroverso. Veste largo: pantaloni over size, t-shirt, felpa, cappellino, scarpe da ginnastica. La sua prof di lettere lo ha aiutato a scoprire la poesia moderna e si è entusiasmato per Baudelaire, Rimbaud e altri maledetti, Pound compreso. La prof gli ha regalato un rimario che aveva portato in classe e gli ha ceduto volentieri quando ha visto i suoi occhi accendersi di desiderio.

Ciccio non studia quasi mai forse perché si considera un artista. Ha un'inclinazione spontanea per il ritmo, la rima e il suono ed ha organizzato anche a scuola concerti della sua musica: l'hip hop, perché lui è un b-boy, un rapper e un writer. Infatti invece di seguire le lezioni di Elettronica, Matematica o Fisica disegna, oppure consulta il rimario e scrive versi per le sue canzoni.

Il suo vocabolario è inzeppato di verbi come taggare, spakkare o devastare, ma la sua è smania da uccel di bosco e non violenza da predatore; la sua sregolatezza scolastica è anche un'inevitabile conseguenza dell'altrove a cui la sua anima e il suo cuore tendono. Anche Davide tende all'evasione e alla fuga verso luoghi imprecisabili, ma vorrebbe raggiungerli programmando meticolosi orari e coincidenze il che è forse una contraddizione.

Ci sono tante specie di amore e Davide e e Ciccio amano in modo diverso.

Davide è uno sportivo contemplativo, adorante, immaginativo e pattuito e le ragazze gli preferiscono i ragazzi più omologati e firmati, dotati di automobile o almeno di motorino; infatti che gusto c'è ad uscire o vagare verso l'ignoto con un fidanzato che ha programmato un'evasione sentimentale in autobus?

Ciccio è un artista possessivo e dissacratore, ma si dichiara fedele anche se conquista e perde ragazze con facilità.

Davide è ordinato e preciso osservante dell'ordine costituito.

Ciccio è caotico e compie notturne incursioni per taggare con gli spray i vagoni della metro o le vetture degli autobus, però giura che non imbratterebbe mai un monumento o un muro di una casa.

Ciccio e Davide viaggiano sugli stessi autobus e metropolitane ma salgono ai capolinea in ore diverse e quindi non si incontrano se non a scuola che uno frequenta episodicamente mentre l’altro con assoluta regolarità.

Ciccio esce randagio tra ombre e oscurità  della notte romana cercando angoli e muri poco frequentati per dar vita alla sua sfida creativa, mentre Davide ama il cielo luminoso della città e i panorami estesi che ammira con suoi occhi geometrici disegnati sul suo viso triangolare ove trascorrono, come in una grafica futurista, i numeri degli autobus e gli orari dei treni sovrapposti alle immagini frammentate delle strade abbacinanti di Scauri percorse pedalando da solo. Sulle sue spalle un po’ curve conserva il calore del sole assaporato come una carezza mentre nel suo respiro, controllato come tutte le sue emozioni, ritrova il ritmo giusto per una nuova fatica: quella di una salita superata, di una meta raggiunta, di una prova di sé che racconterà, sornione, in classe imitando la voce di Giampiero Galeazzi.

Negli occhi azzurri di Ciccio si riflette un cuore impulsivo dove batte l'amore per la libertà, il rap, l'irragionevolezza. Per questo non è riuscito a convivere con la scuola, che l'ha meritatamente respinto. Ma se lo avesse accettato lui sarebbe rimasto volentieri in classe a subire Elettronica e Matematica e pur di raccontare e rivivere (con la stessa tenuità balzante di una bolla di sapone) le sue tag, le sue frequentazioni di centri sociali, di barboni, di personaggi alternativi e bevitori, di stazioni e gallerie della metro e di vagoni ferroviari visitati di notte a Termini, di birraterapia (suo il neologismo), di musica, di vita appunto. I suoi amici Orso, Omar, Tony, Buio sarebbero ancora capitati, più o meno clandestinamente, nella sua scuola, entrando dalla porta posteriore del bar per stare con lui durante quella stessa  ricreazione che Davide trascorre invece con i professori ai quali chiede puntigliose  spiegazioni ed ulteriori esempi alla lavagna.

 

Tra le tante disapprovazioni di colleghi e presidi, guadagnate in una vita di lavoro a scuola, quella sulla mia ostinata e solitaria difesa di Ciccio è stata certamente una delle più meritate. Ma gliela dovevo, visto che sull'hip-hop e i murales ho imparato molto da lui.

Ora so che il tempo non ha cambiato molto Davide il quale dopo aver superato l'esame di stato, ovviamente con il massimo dei voti, ha iniziato a lavorare a progetto con discreta soddisfazione.

E mi ha telefonato anche Ciccio: due volte. Quando è morto il suo papà e quando è nata la piccola bimba colorata che lui ha avuto dalla sua compagna colorata. Tutto ciò non gli ha semplificato la vita, ma esprime tuttavia la sua invincibile, incoerente e spericolata ricerca dell'altrove e della felicità.